Conduttori si candidano per un partito

1.  AL TEMPO DI ISAIA: «Smettete di confidarvi nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio; infatti quale importanza gli si potrebbe attribuire?» (Isaia 2,22).

I Giudei, al tempo di Isaia, pensavano che un accordo politico con l’Egitto li avrebbe messo al riparo dall’avanzata degli Assiri. Ma fu un grande abbaglio. Isaia chiamò l’Egitto una canna rotta, che ferisce ognuno, che si appoggia sopra (Is 36,6; 2 Re 18,21).

Giuda, volendo contare sulla scena internazionale, si era assimilato alle nazioni circonvicine e aveva importato da ogni dove contenuti culturali e religiosi contrari alla fede biblica, praticando idolatria ed esoterismo (Is 2,6ss). Ciò che si sviluppa è orgoglio e arbitrio, che si oppongono ad altrettanti orgoglio e arbitrio di singoli e nazioni, creando terribili conflitti interpersonali e internazionali (vv. 11-17). Allora come oggi, quando si crede di risolvere le questioni contingenti con delle manovre «politiche» o «culturali», non solo Dio abbandona il suo popolo a se stesso, ma il caos sociale, esistenziale, morale e spirituale è programmato (cfr. Is 3). Dio fiaccherà l’arroganza degli uomini e delle nazioni (vv. 11.17) e distruggerà ogni forma di idolatria (vv. 18ss), quando verrà alla resa dei conti con il mondo, specialmente alla fine dei tempi (v. 21).

Pulpito per politica

2.  IL PULPITO E LA TRIBUNA POLITICA: È squallido vedere come tali fenomeni avvengano anche oggigiorno. Ci sono cristiani che perdono sostanza biblica e si adeguano agli schemi del mondo. Conduttori di chiesa e servitori, che nel passato predicavano il regno di Dio, ora hanno smarrito la bussola, si candidano per un partito politico e si mettono a predicare il miglioramento politico del regno di questo mondo. Trasformano il pulpito in una tribuna politica. Entrando in un partito politico, diventano di parte e non potranno più parlare a tutti da parte di Dio. Cominceranno a parlare a favore di una fazione politica contro altre. La «buona novella» di Gesù quale Messia (= Unto a re), che presto torna per regnare, viene trasformata in una proposta di trasformazione di questa società. Smetteranno di parlare di Cristo in modo scritturale e, dove lo faranno, avverrà «con spirito di parte» (Fil 1,17). La logica dello Spirito Santo viene sostituita da quella dell’adattamento a schemi di questo mondo. Ciò che faranno, non sarà più dettato da motivi spirituali e dalla ricerca dell’unità nello spirituale dei rigenerati (Fil 2,1s), ma avverrà «per spirito di parte o per vanagloria», tirando l’acqua al mulino della propria fazione politica (vv. 3s). Tali cristiani, conduttori di chiesa e servitori hanno perso del tutto la bussola spirituale. Come al conduttore della chiesa di Laodicea, Gesù dovrà dire a ognuno di loro: «Tu non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo» (Ap 3,17). E non si accorge che oramai ha lasciato il Signore Gesù fuori della porta (v. 20).

Quando i conduttori di chiesa (insegnanti biblici, missionari, predicatori, ecc.) entrano in politica, ci perdono in due: la fede biblica e la politica. E tale soggetto, che si schiera nelle file di un partito, perde per sempre la sua credibilità di servitore del Signore, creando confusione tra fede e politica e assoggettando continuamente l’una agli schemi dell’altra, e viceversa. Allora saranno cattivi predicatori e pessimi politici. E purtroppo trascinerà molti cristiani dietro di sé, suggerendo loro che le vere risposte proverranno da tale fazione politica.

Il Signore ci ha chiamati a essere sale della terra e luce del mondo (Mt 5,13-16), non sostanza irritante spruzzata negli occhi della gente, con cui scontrasi su opposte proposte politiche.

L’alternativa alla militanza partitica è la seguente: «Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio, il che è il vostro culto logico. [2] E non siate conformi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, gradita e perfetta volontà di Dio» (Rm 12,1s).

Allora non susciteremo false attese, dettate dalla politica partitica, ma alimenteremo la speranza biblica, che attende il vero cambiamento sociale, morale, spirituale, giudiziale e politico dal ritorno del Signore Gesù Cristo.

Per l’approfondimento si veda: ► Conduttori quali candidati politici {Nicola Martella} (A)